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Organizzare l’avventura (pt. 1/3)

Cosi scritto sembra un controsenso, ma difficilmente accadrà qualcosa di straordinario in attesa che succeda, stando seduti davanti lo schermo: l’avventura non bussa alla porta del salotto. Quindi diamoci da fare.

Tempo fa, nell’ambito di un corso che organizzammo con Alto Mountain Club1, mi trovai a dover tradurre in poche diapositive, esaustive e quanto meno possibile noiose, ciò che avevo sperimentato sulla mia pelle in anni di frequentazione della montagna a suon di piacevoli conquiste e memorabili sconfitte.

Ripensando a quella esperienza e alle tante altre che dopo si sono susseguite, mosso dalla curiosità di amici e colleghi ho deciso di provare a rispondere ad alcune domande esistenziali tipo “perché vai?“, “come fai a decidere dove andare?“, “dove trovi i percorsi?“, “come fai a scegliere cosa portare?” e similari.

Perché vai in montagna?

Perché sì. Lo intuirai la terza volta che andrai. E la tua motivazione sarà comunque diversa dalla mia: già questo è un valido motivo ed è bellissimo.

Cercare l’avventura

Ciò che nella nostra giornata non capita è la routine. Ciò che capita nella routine spesso si chiama imprevisto e qualche volta l’imprevisto può trasformarsi in avventura. Ma più spesso l’avventura va immaginata affinché possa essere vissuta appieno. E per essere immaginata è necessario un “dove“, una location, una meta da raggiungere o un esperienza da vivere.

Tutto inizia da un sogno, da una aspirazione o una sfida con se stessi e contro se stessi; dalla vista attraverso la finestra dell’ufficio di una cima che cambia colori e forme nelle diverse ore del giorno; da una foto suggestiva, da una vecchia relazione, da una mappa, da una storia sentita da altri, da una leggenda o da un racconto. Quindi nella routine quotidiana cercate l’avventura!

Leggete tanto, leggete di chi ha avuto la passione di scrivere delle proprie avventure; incuriositevi ed osate chiedere a chi ha più strada, boschi, pareti e montagne di voi sulle spalle e regalatevi del tempo per ascoltare i racconti delle loro avventure ma soprattutto delle loro disavventure (si impara molto più dagli errori e se si è tornati a casa è perché si ha avuta la fortuna di poterli raccontare). Consultate blog di viaggio, pagine facebook e gruppi locali; lasciatevi stuzzicare dalle foto e spulciate portali come 360cities2, Flickr3 ed aggregatori geografici come Panoramio4 (ormai purtroppo in dismissione in favore di Google Maps5). Alzate lo sguardo e guardate lontano quando passeggiate in città alla ricerca del monte la cui vista ad un certo punto vi regalerà l’immagine della vostra avventura e la voglia di partire.

Immaginare l’avventura

Dopo essere stata stuzzicata da foto, storie e racconti ed animata dai nostri sogni e le nostre sfide personali, la nostra curiosità ci ha regalato una meta. Chiudendo gli occhi quasi si vede. Iniziate a raccogliere informazioni sul luogo e le difficoltà della vostra impresa; cercate le storie e le immagini che vi faranno conoscere il luogo; studiate la cartografia così da conoscere già il territorio; documentatevi sul microclima locale e fate delle stime così da cominciare a predisporre il materiale.

Ed, ancora una volta, chiedete!

Leggi anche: “Organizzare l’avventura (pt. 2/3)”

 in copertina: "Dove il sole riposa"6

Riferimenti

1.
Corso di escursionismo, 2015, Palermo. Alto Mountain Club.
2.
360Cities. 360Cities – Panoramic Photography Blog. https://blog.360cities.net/.
3.
4.
5.

Roberto Giammalva

M.D.
Italy
Neurochirurgo, ricercatore in neuroscienze e neuroncologia, alpinista e fotografo. Trascorre le sue giornate costantemente diviso tra l'amore per la ricerca, la medicina e la tensione interiore dell'infinito sconfinato delle vette, avventura dopo avventura.
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