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“Via del Saraceno”, memorie dall’apertura (Monte Maranfusa, parete Est) – Parte 2/2

…Continua dalla prima parte della relazione

Relazione originale dell’apertura “Via del Saraceno” (Monte Maranfusa, E) (24/10/2010): seconda parte

Pulisco le scarpette già sporche di fango, accompagnato dalle risate di Giuseppe che, saggiamente, aveva deciso di non indossarle ancora, e con un’arrampicata agile e veloce, proteggendomi  ottimamente con un friend e un paio di cordini su spuntoni, piantando un universale poco prima di arrivare alla fine del pilastro, faccio sosta sull’albero di ulivo e recupero.

Il problema che si poneva adesso era riuscire ad aggirare la chioma dell’ulivo; da terra sembrava molto più facile: “prendo a destra…” “prendo a sinistra…”, già eravamo arrivati in cima senza fare i conti con le palizzate di cactus che circondavano quel balcone occupato per intero dall’albero.

Arrampico allora un paio di metri in discesa, nuovamente sul pilastro, e traverso a destra per qualche metro, lottando con alcuni cespugli che ostacolavano la progressione. Arrivato su una comoda piazzola predispongo la terza sosta con un paio di friends, rinunciando ad uno spuntone che si è rivelato subito un masso instabile: la roccia inizia a perdere qualità.

Recupero Giuseppe e ricomincio la salita su placca un po’ più difficile, oltrepasso i massi che la sormontano e risalgo un secondo pendio erboso.

Inizio a vedere i primi raggi di un sole ormai al tramonto. Mi fermo. A sinistra c’è un comodo canale, in ombra, da salire facilmente in opposizione; davanti a me un grosso monolite ben articolato tra strapiombi e tettini, poco appigliato, un po’ scivoloso e decisamente più difficile. Giuseppe, non vedendo più scorrere la corda, chiede mie notizie, ma non rispondo.

E’ come se non lo sentissi. Sono altrove, sono indeciso. Alla fine decido: chi ha mai detto che siamo fatti per le cose facili?

Pianto un chiodo: si rompe la roccia. Ne pianto un altro: si sgretola la fessura. Giuseppe continua a chiamare, ma sono concentrato. Decido di salire un po’ per lo strapiombetto e sfruttare una fessura più in alto. Respiro e allungo la mano: un rumore sordo, si stacca l’appiglio.

E’ decisamente meglio prendere stavolta dal canale a sinistra.

Potrei allestire una sosta lì, sotto il monolite, per ricongiungere la cordata, ma il sole già sta tramontando e la priorità adesso è arrivare in cima e uscire dalla via.

Monte Maranfusa - Via del Saraceno
Pianoro sommitale (fotografia di repertorio dall’apertura della via)

Affretto il passo, salgo velocemente in opposizione lungo il canale pensando anche che io in quel momento ero riscaldato dal sole e Giuseppe invece era fermo da un po’ in una piazzola nascosta, all’ombra e al vento. Arrivo in cima, salgo le ultime roccette e affianco i ruderi del castello di Calatrasi. Con me in cima non tarda ad arrivare la voce di Giuseppe, stavolta dal tono sensibilmente alterato. Rispondo dicendogli che mi servono due minuti. Pianto un chiodo, poi un altro e autosicura.

“Molla tutto!”. Allestisco la sosta, recupero la corda in eccesso. “Vieni!”.

Sulla cima erano ad attenderci gli ultimi raggi di quel sole che aveva illuminato la nostra salita, che aveva baciato la nuova via e che ci mostrava ora nel suo splendore, velato d’oro, il paesaggio dell’entroterra siciliano.

Filo io la corda e lascio che Giuseppe gusti quegli attimi di pace dopo quell’attesa interminabile alla terza sosta.

Quindi scavalchiamo ciò che resta delle mura del castello e giù all’auto per sentiero turistico, veloce “spuntino” in paese e poi via  verso casa, con la silenziosa promessa di ritornare.

RELAZIONE SINOTTICA – “Via del Saraceno” (Monte Maranfusa, E)

R. Giammalva, assicurato da G. Gerbino, il 22/10/2010. Utili dadi e fettucce. 3 chiodi usati, tutti recuperati. Divertente salita trad che aggira la folta vegetazione presente in parete. Sviluppo: 100m. Difficoltà: IV. Freccia alla base.

L’attacco della via è posto sullo spigolo a sinistra di un basso canale, in un anfiteatro roccioso sotto il Castello di Calatrasi. Si supera un primo risalto roccioso (III), poi per facile pendio erboso fino alla base del pilastro; S1, 25m, spuntone (consigliabile per attriti successivi). Si sale il pilastro per placca a sinistra di un vago diedro (III), 1 chiodo usato e recuperato; S2, 18m, albero. Si traversa brevemente a destra evitando la vegetazione fino a una piazzola; S3, 7m. Si sale per placca (IV), poi per pendio erboso (consigliata la sosta), quindi per un canale di poco a sinistra (III) ed in cima per roccette; S4, 50m (2 chiodi usati e recuperati, spuntone).

NB: i gradi sono ancora da confermare

In memoria di una persona cara, originaria del luogo, che tanto mi ha dato.

Cita questo articolo: Roberto Giammalva, "“Via del Saraceno”, memorie dall’apertura (Monte Maranfusa, parete Est) – Parte 2/2," in I racconti del tempo verticale - Roberto Giammalva, 7 Settembre, 2020, https://www.tempoverticale.com/via-del-saraceno-parte-2/.

 

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